Storie dal mondo.

Un amore libero – Capitolo 1

“Un amore libero” racconta di una storia d’amore comunemente diversa, con caratteri e nodi che l’hanno resa, per me, semplicemente magnifica. Si tratta di due persone che, in un giorno ben preciso, si sono incontrati, amati e trovati. Due persone che rimangono sotto pelle, a chi ha la fortuna di conoscerle. Due persone che lasciano il segno.

Storia: un amore libero.

Lei aveva 15 anni, lui 30: troppo piccola, lui all’inizio di una relazione asfissiante.

Troppo presto.

Momento sbagliato.

Riepilogo.

Lei aveva 20 anni, lui 35: erano a casa di amici comuni, per una cena, proprio come cinque anni prima.

Lei lo vide. Lui la vide. Scattò la scintilla del sesso, un sesso diverso, fatto tra due persone di età diverse, così rimasero insieme, dopo quella cena, ritrovandosi, poi, sul divano, mano nella mano, a guardare “Pomi d’ottone e manici di scopa” alla TV.

Con parole di lui: “Già da lì si poteva immaginare quanto fossimo strani come coppia”.

Era ora.

Momento esatto.

Continuo.

Iniziarono, in un modo piuttosto bizzarro, a frequentarsi, per un anno, finché non arrivò quell’estate, in cui lui non volle più fare a meno della compagnia di lei: decisero di andare a convivere.

Dopo aver trovato i propri equilibri, non facili a causa di famiglie diverse, all’interno di una vita in comune, si incamminano verso il passo successivo, il matrimonio, che li costringerà a far emergere paure, segreti, pensieri, desideri e voglie: nessuno dei due, nonostante la relazione, era disposto ad abbandonare la propria sessualità, per darla solo ed esclusivamente  all’altro; fisicamente volevano essere liberi, ma al tempo stesso, continuavano ad amarsi così tanto da rendere tutto il resto insignificante.

“Un aneddoto che mi ricordo, di quei momenti pieni di segreti tenuti nascosti per paura di far del male, risale ad una sera in cui, dopo essere tornato a casa da lavoro, mi attaccò chiedendomi chi fosse Rebecca. Io non ne avevo idea, di chi fosse, ma non mi credeva, così mi disse di averlo scoperto tramite un braccialetto di Rebecca Gioielli, regalatomi da una mia ex fidanzata. Mi chiese scusa”.

Arrivò il grande giorno, si sposarono, e presero la scelta di andare ad una terapia di coppia, da uno psicologo, per capire il malessere che si celava dietro questo problema e per capire chi fossero: “Non era la mancanza di interesse o sentimento verso l’altro, ma era, ed è, una forma di curiosità e di desiderio a spingerci verso altre persone”.

Si unirono non solo in matrimonio, ma divennero un nucleo così resistente, da ammettere solo cose esterne a loro, da ammettere solo la limpidezza di un vetro senza aloni: “Siamo una coppia forte, che sostiene l’individualità dei singoli componenti.

Possiamo dire che è un’accettazione dell’altro al punto tale da condividere questa cosa ed esserne parte attiva.

La persona esterna a noi è intesa come “l’ospite”, ma non vuol dire che non ci si affezioni, anzi, dopo anni passati a condividere emozioni così intime, sarebbe strano non accadesse, però questo “ospite” deve avere ben chiare regole basilari, come il fatto di non attaccarsi, a livello affettivo estremo, ad uno dei due o di rispettare le volontà di entrambi e se, per caso dovesse accadere, ci sarebbe l’allontanamento immediato. Con molte persone siamo rimasti in buoni rapporti, nonostante, per volontà loro (un fidanzamento, o altro) abbiamo dovuto smettere.

Insomma, viviamo la nostra sessualità in modo “normale”, secondo la morale comune, quindi facciamo sesso in settimana, non facciamo sesso a causa del mal di testa (raramente) ed abbiamo una forma di gelosia, per la quale gradiamo che l’altro non tolga del tempo a noi, intesi come coppia, per dedicarlo ad altre persone. É una forma di intimità diversa, molto mentale, ma non siamo innamorati di altri allo stesso modo che di noi: non si tratta di Poliamore”.

Sono arrivati così a 10 anni di matrimonio, un bianco gatto, una casa e dei problemi di soldi, di vita, di tempo, come me, come te che stai leggendo, come tutti.  

Non si sono mai più persi di vista, sapendo, ogni sera, tornare a casa: “Credo che quando due persone, così diverse di età, di esperienze vissute, si trovino e si rendano conto di essere davvero la metà della mela, ogni piccolo problema quotidiano perde, in maniera netta, di importanza. Resta sempre la certezza che l’altro c’è stato, c’è e ci sarà, per sostenersi a vicenda e per creare la somma che moltiplica la forza dei due singoli, formando così una curva esponenziale di potenzialità che, altrimenti, sarebbero rimaste inespresse”.

Conclusioni.

Il nome di questi due personaggi, presenti all’interno di “un amore libero”, vuole rimanere ignoto, sappiate solo che esistono, e questo dovrebbe bastare per farvi sperare, in un giorno qualunque, grazie a fattori esterni, in maniera del tutto casuale, di incontrarli.

Vi riporto il mio pensiero, insieme a qualche ricerca, in questo articolo https://www.giadacarrotbadari.it/adulterio-una-societa-disegnata-male/

“Gli amanti” di Magritte.