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Storia di un maldestro in bicicletta – Andrea Bizzotto

Ho conosciuto questo libro, “Storia di un maldestro in bicicletta”, di Andrea Bizzotto, grazie a qualche ricerca fatta e la trama mi ha travolta, quindi ho deciso che sarebbe stata la mia prossima lettura, che parla di amore, di coraggio, di voglia di vivere.

L’autobiografia

“Storia di un maldestro in bicicletta” è composto da 18 capitoli, più prefazione, introduzione e postfazione, della casa editrice Brenta Piave Edizioni.

Andrea Bizzotto, colpito da un tumore sinoviale, racconta la propria vita, creando un’autobiografia sotto forma di diario, per far sapere alla figlia, Giulia Grace, ancora troppo piccola per essere consapevole, che tipo di uomo fosse anche prima della malattia, per lasciarle un ricordo, di lui, indelebile.

Ciò che, però, non mi convince, è la poca cura del testo: tanti errori grammaticali, ortografici, per non parlare dei ringraziamenti messi all’interno del libro e della confusione sequenziale della sua storia, che prima lo porta ad essere bambino, poi al presente, poi adolescente, alternandosi in maniera disordinata, a mio parere.

Poca cura del testo, ma essendo stato scritto in 3 mesi, posso comprenderne la difficoltà. In ogni caso è stato comunque emozionante leggere di una persona che, a suo modo, ha sconfitto lo stesso quella bestia nera che lo stava opprimendo.

Andrea Bizzotto

Andrea Bizzotto, da ciò che ho potuto percepire all’interno di “Storia di un maldestro in bicicletta” è stato un uomo, un padre ed un marito eccezionale, determinato, che in soli tre mesi ha scritto un libro per amore della figlia Giulia; che è riuscito, nella vita, a buttarsi in ogni impresa nuova, seppur difficoltosa, con impegno e dedizione. Si definiva un fallito, ma io credo che fosse semplicemente umano, in cerca di quella approvazione che suo padre, finché non divenne adulto, non seppe mai dargli.

Un uomo che è riuscito ad amare e ad essere amato.

Un uomo maldestro, è vero, ma che è sempre rimontato in sella della sua bici, sbucciatura in più o sbucciatura in meno.

Storia di un maldestro in bicicletta: la mia opinione

Sono rimasta piacevolmente colpita dalla storia di quest’uomo, dalle sue gesta, da ciò che ha dovuto passare per amore di sua figlia Giulia.

Come ogni volta mi accade, quando leggo un libro, sono piombata all’interno della sua vita, delle sue emozioni, sensazioni e posso solo immaginare quanto debba essere stato frustrante lasciare il mondo al quale apparteneva, perché, come dice lui, “Dio aveva un piano e, probabilmente, doveva andare così”.

Sono rimasta piacevolmente colpita dalla storia, come spiacevolmente sorpresa da tutta una serie di errori citati prima.

Tutto sommato mi ha trasmesso belle sensazioni, perché non è facile riuscire ad essere così forti, così umani verso gli altri, così coraggiosi e, nonostante la distruzione del corpo, così positivi e sorridenti.

Conclusioni

Andrea, grazie.