Come vi avevo promesso, vi racconterò cosa mi sta succedendo e cosa mi è successo, articolo per articolo, in questo caso di Sabbioneta.
La mia esperienza
Parto dalla mini gita a Sabbioneta, col mio amico Paolo.
Non era prevista, ma è un periodo pressoché stressante, per me, che si destreggia tra problemi personali, che comprende anche ansie per cose esterne, e problemi familiari, così, dato il mio bisogno di respirare un po’, siamo andati in quella che Vespasiano Gonzaga trasformò da piccolo borgo a città vera e propria espressione ideale del Rinascimento, con cinta murarie e edifici cinquecenteschi: Sabbioneta.
Noi siamo entrati dalla Porta Imperiale, lato est, rivestita in marmo e aperta dal 1579, la meno antica, se si considera che dalla parte opposta, al lato ovest, c’è Porta Vittoria, più anziana di oltre dieci anni.
Come dicevo, arriviamo a Sabbioneta, parcheggiamo e iniziamo la nostra passeggiata: l’idea che mi ero fatta, sulla grandezza di Sabbioneta, era differente, perché mi era sembrata molto più piccola, di quanto fosse in realtà, ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che fosse decisamente piena di storia.
Siamo riusciti, per tempistiche mie ristrette, a visitare solamente due posti, in tutto e per tutto: Palazzo Giardino e la Galleria degli Antichi; il Palazzo Ducale lo abbiamo visto solo da fuori.
Palazzo Giardino nasconde splendidi affreschi ovunque riesca ad arrivare il vostro naso, realizzati da Bernardino Campi.
Siamo rimasti costantemente a testa in su e a bocca aperta, per quanta bellezza ci fosse dentro che fuori non veniva “mostrata”.
La cosa, però, che mi ha lasciata stupefatta ed estasiata, di Sabbioneta, è stata la Galleria degli Antichi, bella fuori quanto dentro, e lì, sia dalle foto, che dal ricordo, si vede quanto sia stato emozionante.
Quest’ultima è stata voluta unicamente da Vespasiano, per l’essere vanitoso che era in lui, e custodire i suoi pezzi da collezione.
Conclusioni
Non avrei mai detto che a pochi passi da me si potesse trovare una città così meravigliosa come Sabbioneta, per non parlare di Mantova, in tutta la sua unicità.
Non fermatevi mai alle apparenze , varcate sempre quelle colline per cui pensate non valga la pena affrontare, e questo l’ho imparato a Roma e me lo hanno ricordato le varie tappe che ultimamente ho voluto ammirare.
Mettetevi delle scarpe comode e camminate anche chilometri, se necessario, perché è vero, potrete anche non trovare nulla, ma se invece non fosse così?