In varie circostanze sono capitata a Roma ed in questa caotica città, nei colori, nel dialetto, nei sanpietrini, nei turisti continuamente a testa in sù, nelle mura, nelle amicizie coltivate e poi appassite, negli amori illusori, nella mia prima serata in discoteca, nelle stazioni, ho lasciato il cuore. “Roma nel cuore”, perchè è lì che mi sono trovata a casa, è lì che tornerei ancora ed ancora, milioni di volte, ed è lì che mi perderei, in un cielo infinito e in una città pronta ad abbracciarmi, sempre.
Roma nel cuore: lettera a “Lei”.
Egoisticamente, ti dico che ho avuto bisogno di te in moltissime occasioni. Mi sono appoggiata, come fossi essenziale ad i miei occhi lucidi e ad un paio di membra stanche. Ti ho sentita ridere, imprecare, correre, giocare, in un turbinio di coloro, odori, sapori, dialetti.
Colma di un’ironia e di una sensualità che ti fanno donna, mi innamoro del tuo corpo a clessidra, fatto di salite e discese, di volta in volta.
In un’alienazione dell’individuo singolo, in una Te così grande e maestosa, hai saputo, con me, essere empatica e demolitrice, nel tuo prendermi tra le braccia per cullarmi. Hai tirato fuori più coraggio e cuore di quel che pensavo di avere. Hai percepito il mio malessere, le mie ansie, le mie gioie, i miei vuoti e ti sei sempre fatta trovare lì, con le braccia tese verso di me, come se tu fossi una cara amica che non mi vedeva da tanto tempo, ed io mi ci sono buttata, in quel tuo spazio limite, perché i sanpietrini a volte fan cadere; perché non sto piangendo, ho solo qualcosa negli occhi.
Detieni il record dei miei tanti ricordi personali, nonostante il tempo passato con te ed in te è sempre stato troppo poco.
Fai venir voglia di ballare con tutti i tuoi artisti di strada, davanti a Castel Sant’Angelo, in pieno cielo stellato.
Fai venir voglia di parlare tutte le lingue del mondo, con i milioni di turisti che ti hanno attraversata, come fossi un red carpet.
Fai venir voglia di cantare, con quel tuo accento da diamante grezzo, in mezzo ai tuoi ragazzi, “Roma nun fa la stupida stasera”, perché solo te, se sa, decidi come comportarti.
Fai venir voglia di ridere, ma anche di piangere, perché anche le cose belle, prima o poi, finiscono.
Fai venir voglia di vivere e questo te lo dico col cuore in mano, ma fai anche venir voglia di tornare da te, ogni anno, ogni mese o settimana che sia: fai venir voglia di tornare a casa, sempre.
Conclusioni.
Roma, sii per me maestra di una danza mai compresa.
Roma, sii per me la corazza che protegge il mio cuore.
Roma, sii per me tutto e niente.
Roma, sii per me l’esempio di un’espressione di libertà mai vista.
Roma, sii per me fonte di vita.