In un giro improvvisato, ho visto il Ponte di Barche di Torre d’Oglio e Borghetto sul Mincio: la meraviglia.
La mia esperienza.
Costantemente compressi da una routine che non gioca a nostro favore, almeno non sempre, ho deciso che era ora di dare carta bianca ad un amico, che mi voleva portare un po’ in giro.
Ritrovo alle nove davanti a casa mia, con converse ai piedi e borsetta a tracolla, e via verso posti sconosciuti, almeno per me.
Abbiamo passato gran parte della mattinata a viaggiare in stradine strette, per cui avrei potuto fuggire all’istante, dato il mio timore per le strade di larghezza non compatibile con due macchine.
Tralasciando i particolari, prima di arrivare al fulcro della giornata, mi ha portata dove mai sarei voluta andare, insomma non amo questo genere di cose, mia mamma mi ha trasmesso qualche piccola e persistente ansia, che oggi continuo a portarmi a dietro: al Ponte di Barche di Torre d’Oglio. Credo di aver sudato freddo ed essermi stretta alla portiera della macchina, ma è stato bellissimo, una sensazione strana, quella di poter “galleggiare” su assi di legno, in continuo movimento, con l’acqua che ondeggia al tuo passaggio, perché il ponte è fatto di due rampe d’acciaio, che si collegano alla riva oscillando in verticale e andando secondo la piena o la secca del fiume Oglio.
Questo ponte è stato costruito nel 1926, rinnovato nel 2010, e collega San Matteo delle Chiaviche e Cesole, se mai doveste chiedervi qualche cenno storico o geografico.
Esperienza unica, non c’è che dire, stimolante e da fare.
Dopo aver attraversato il ponte, ci siamo persi tra stradine molto simili e tutte, dico tutte, abbastanza “sottili”. Abbiamo salutato gente sconosciuta, preso un caffé, e attraversato un po’ di strada in salita, prima di arrivare in uno dei borghi più belli d’Italia: Borghetto sul Mincio.
Mai vista una cosa simile ed io, ovviamente, me ne sono innamorata.
Borghetto è una frazione di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, con l’aspetto rimasto meravigliosamente medievale.
Borghetto sembra un pezzo di mondo a parte, con i suoi mulini ad acqua, i piccioni che “zampettano” in mezzo alla gente, i ristoranti sul fiume, i milioni di fiori, di turisti, di negozietti unici e originali.
Un posto che dà l’aria di essere stato creato su misura da un poeta.
Un posto che lascia senza fiato, a chi lo osserva, che lascia quel senso di non averne mai abbastanza.
Abbiamo pranzato sul fiume, in un ristorante in cui, due minuti prima, avevamo fatto aperitivo con un Black Mojito e uno Spritz alla fragola, perché non ci siamo fatti mancare nulla.
Abbiamo parlato coi piccioni e, nonostante sia stata la passeggiata più sudata della storia, è stato bello entrare a far parte di qualcosa di così ancestrale, di qualcosa che sembrasse una enorme cartolina dipinta, da un pittore ignoto, con il cappello di paglia e un fiore dietro l’orecchio.
Al ritorno a casa, da Borghetto e dai suoi mille dettagli emozionanti, ci siamo persi tra una canzone dei Rammstein e il traffico, ma mi sono arricchita dentro, come sempre mi accade scoprendo un pezzo di terra nuovo.
Scoprendo un pezzo di me, in più.
Un posto nuovo, una nuova puntina.
Una nuova puntina, un’altra meta.
Un’altra meta, un’altra me.
Conclusioni
Se potete, se avete abbastanza soldi, ma a volte anche se non ne avete abbastanza, viaggiate. Viaggiate e aprite la mente a cose nuove, a posti, culture, persone, sorrisi, anime nuove. Siate sempre gentili e viaggiate, magari con un libro in una mano e una cartina nell’altra, ma viaggiate, vivendo ciò che i vostri occhi, in quel momento, riescono a mettere a fuoco. Sempre e in ogni parte del mondo.
Qua un articolo, nel caso vogliate saperne di più di Borghetto sul Mincio.