In “Atti osceni in luogo privato” si andrà ad assaggiare cosa significa il termine “autoerotismo”, e qua vi inoltro all’argomento, che andremo, magari, ad analizzare bene più avanti. Non abbandonatemi qua!
Il romanzo
“Atti osceni in luogo privato” è un romanzo di Marco Missiroli, composto da 249 pagine, dell’Universale Economica Feltrinelli.
In questo romanzo conosciamo la definizione di “autoerotismo”: da internet “La ricerca nella propria persona di sensazioni o emozioni sessuali, caratteristica nella sessualità infantile; masturbazione”.
L’autoerotismo, in “Atti osceni in luogo privato”, si evolve nella sessualità, partendo dall’infanzia, il periodo nel quale Libero scopre cosa significa il tradimento e da lì parte la conoscenza alla masturbazione, andando a finire con la nascita, proprio così, in cui spiega il perdono alla madre e a se stesso, dopo aver raggiunto una sua serenità ed equilibrio.
Questo autoerotismo, lo accompagna per diversi anni, in diversi stati d’animo, in diversi Libero: parte tutto dal giorno del tradimento, in cui comincia a vedere il suo nome per intero, a conoscere la sua sessualità, a conoscere davvero Parigi e Milano, passando dalle riviste e dai libri, che lo collegavano al padre e a Marie, a linee incise sul bancone del locale in cui lavorava, che rappresentavano le donne che era riuscito a portarsi a letto, in una continua altalena di sesso e corpi confusi.
L’autore: Marco Missiroli
Marco Missiroli è uno scrittore riminese, nato nel 1981.
Ha scritto “Senza cosa”, romanzo d’esordio, che ha vinto il premio Campiello nel 2006, per Fanucci nel 2005 e per Feltrinelli nel 2017.
Per Guanda, invece, ha scritto “Il buio addosso”, “Bianco”, premio Comisso e premio Tondelli, e “Il senso dell’elefante”, premio selezione Campiello, premio Vigevano e premio Bergamo, e per Einaudi Fedeltà.
“Atti osceni in luogo privato, ha vinto il premio Mondello 2015.
Missiroli scrive anche per il Corriere della sera, si è laureato nel 2005 e, in precedenza, ha provato a seguire i corsi della scuola Holden, con risultati negativi.
I personaggi
In “Atti osceni in luogo privato”, il personaggio principale, Libero Marsell, ci racconta tramite varie fasi della sua vita, l’atto “osceno” della masturbazione e questo lo porterà ad entrare in contatto con molte donne, da sua madre, la donna da cui nasce tutto, a Marie, che sarà inizialmente, per lui, motivo di sogni erotici, ma anche una grande amica a cui fare riferimento, che lo chiamava “Grand Libero”; da Lunette, il suo primo amore, ma forse, e qua cerco di creare un po’ di suspance, non l’unico, ad Anna.
Tante donne, ma non solo donne: il padre di Libero, o Monsieur Marsell, che farà da adesivo nel corso della sua vita, per tenere insieme i pezzi di quel ragazzino un po’ confuso, spaventato e smarrito dalle sue stesse emozioni; Emmanuel, colui che inizialmente odia, per motivi ben specifici, ma che arriverà poi ad amare, quasi come un secondo padre; Antoine, Mario, Lorenzo, suoi amici tra Parigi, città in cui vive dall’infanzia alla maturità, e Milano, città in cui comprende che “L’eros pretende l’imprevisto. Non temetelo, Grand. E non temete l’assestamento”.
Atti osceni in luogo privato: la mia opinione
L’autoerotismo.
Le cose di cui parlare, in questo caso, sarebbero tante, in verità: insomma, non per niente ci sono milioni di libri, sull’autoerotismo, o sull’erotismo e basta.
“Atti osceni in luogo privato” affronta l’autoerotismo come un atto, appunto, osceno, che riempie vuoti, teste, corpi.
É così? In parte sì, ma non solo.
L’autoerotismo, o l’erotismo, ci permette di conoscere ciò che ci millantano come tabù: il nostro corpo, l’io sessuale, la parte primordiale di noi, la nostra essenza erotica, il sesso, altri corpi.
Nel 2020 l’autoerotismo è ancora considerato qualcosa da cui ci si nasconde: nei dialoghi, nel proprio letto, col proprio partner.
E se invece, tutto ciò, non fosse propriamente giusto?
Se ciò ci allontanasse dalla realtà, dalla vera conoscenza di noi stessi, dagli altri?
Io cominciai a praticare l’autoerotismo che ero molto giovane, per intenderci, a scuola, tra le amichette, ancora non se ne parlava affatto, e questo mi ha fatto sorgere domande, che poi, col passare del tempo, si sono esaurite, ma non grazie a persone che mi hanno spiegato cosa fosse o perché sentissi la necessità di farlo.
Ora conosco un po’ di più il mio corpo e so che, per me, l’autoerotismo, è essenziale: non potrei fare a meno di esso nemmeno da tre anni a questa parte, che ho un moroso, perché l’autoerotismo non è solo svuotarsi e dormire, per non pensare, come un po’ ci mostra “Atti osceni in luogo privato”, ma è anche qualcosa che porta a stimolare la mente sul vero porno (a proposito, presto farò un articolo in cui parlerò dell’esperienza nel partecipare al Festival Porno di Atene, non fatevelo scappare), sul vero erotismo, quello che non finisce a tutti i costi, per intenderci, con due persone nude, su un letto, che fanno sesso, ma con due persone che, invece di spogliarsi, si vestono di tabù e proibizione e fanno sesso con quelli addosso, per cancellare bigottismo e maschere sociali inviolabili.
Bisognerebbe trovare un equilibrio e non soffocare i propri istinti, le proprie passioni, la propria anima, perché non ci si è riusciti, perché si pensa di non avere possibilità. Cominciate a conoscere il vostro corpo, cominciate a conoscere voi stessi, diamine, e tutto vi sarà più chiaro, più sereno e, perché no, più stimolante.
L’erotismo è intorno a noi, in tutto ciò che siamo, facciamo o vediamo: prendetene atto e fatevi una bella cioccolata calda, per scaldare mani, teste, ma soprattutto corpi.
Conclusioni
“Atti osceni in luogo privato” vi proietta, forse, in un tipo di pensiero un po’ diverso da quello che pensavate di possedere, in certi casi: quale motivo migliore per prenderlo?