All’interno di questo articolo, vorrei proporvi una visione diversa di adulterio, diversa da quella che la società vi ha mostrato. C’è sempre un modo diverso di vedere le cose, basta aprire la mente a più pensieri, per riuscire a guardare che là fuori, c’è un mondo meraviglioso.
Adulterio: tracce di storia.
Si ha spesso una visione del mondo prettamente distorta, provocata talvolta da una società malamente cresciuta.
Vorrei un attimo fare marcia indietro, come, leggendo, sto facendo io in questo periodo, ed estorcere un pensiero che mi farebbe veramente comodo per introdurre l’argomento che vorrei trattare, di un grande filosofo: Sigmund Freud.
Freud oltre ad analizzare la parte conscia ed inconscia del nostro cervello, le prime due dimensioni, ne mise in campo una terza, direi decisamente fondamentale: le esigenze della società, come quella di etichettarsi, di essere parte di un “qualcosa”, o di non essere giudicati. Questa terza dimensione ci portò, nel corso del tempo, ad avere sempre un maggiore contrasto con ciò che erano le nostre vere esigenze, la liberazione delle pulsioni umane e, così facendo, le alimentò sempre di più, per farle, in circostanze non ottimali, esplodere.
Prendiamo, come esempio, il bicchiere d’acqua che ci veniva disegnato dalla maestra quando eravamo piccoli: in base alle circostanze di ogni singolo bambino, quel bicchiere veniva visto o mezzo pieno o mezzo vuoto, non equilibrato. Poi si cresce e si iniziano a formare pensieri, idee, paure più nitide, con, alla base, gli stessi insegnamenti dati durante l’infanzia, senza che venga mai insegnato, però, a contrastare la società per riuscire a trovare sé stessi, ed a raggiungere un equilibrio per il proprio benessere e per la propria stabilità mentale.
A fare più chiarezza furono le parole di un mio amico: “Non stringere il bicchiere, non fare tuo un pensiero altrui, in maniera forzata, e lascia scorrere l’acqua tra le mani, perché è proprio quando lascerai scorrere le cose, che la stabilità tornerà a te.”
Tutto mi fu più chiaro.
Equilibrio, senza paura delle etichette.
Equilibrio, senza timore dei pregiudizi.
Equilibrio, senza più barattare un proprio pensiero con quello della società.
Freud mi è venuto in aiuto, ma ho fatto qualche altra ricerca per visionare bene ciò che andrò a scrivere.
Premetto dire che questo è uno dei primi articoli che scrivo all’interno del mio blog, perché sento la necessità di esporvi il mondo, visto dalle mie lenti di ingrandimento, così che le emozioni sulla pelle possano manifestarsi Q.B., quanto basta, e perché queste saranno solo, talvolta, “piccole” introduzioni a storie vere, raccolte qua e là per il globo.
Dicevamo: Freud, film, ricerche, pensieri. Andiamo per gradi.
Qualche settimana fa mi sono imbattuta in un film, “Bel ami”, che raccontava della vita sociale della borghesia, ma in particolare di questo ragazzo (Robert Pattinson) che, per guadagnarsi la carica di giornalista, ed arrivare sempre più in alto, dispone delle sue doti d’amante, andando a letto con molte donne. Era una continua visione di tradimenti, di menzogne, di avidità, di potere, di sesso, di vincite e di perdite, fatte dall’uomo verso l’uomo, che nel corso degli anni si sono ingigantite o rimpicciolite, ma che mai abbiano trovato un equilibrio, tornando al punto di partenza, una propria e bizzarra libertà. E queste costrizioni, queste “regole” non scritte, hanno costruito un meccanismo, con vari step, di autodifesa. Prendiamo come esempio le relazioni umane, che saranno l’argomento base di questo articolo e della prossima storia, e torniamo un attimo indietro: nella preistoria, la poligamia, inizialmente, veniva utilizzata come metodo relazionale, ma per diminuire le malattie ed aumentare la popolazione, si costrinsero alla monogamia, nonostante questo non fosse del tutto naturale, dati i bisogni fisici. La monogamia, in seguito, divenne più una condizione sociale, che si mantenne nel tempo, cambiando sistema in base all’epoca o alla religione: nel Medioevo, ad esempio, la donna veniva punita per adulterio verso il marito, mentre per l’uomo era pressoché normale; in religioni come l’islam, è ammesso l’uomo con quattro mogli, ma non la donna con quattro mariti. Non voglio fare della polemica sessista, non qua, piuttosto far ragionare sul perché venga concesso al marito: penso che sia semplicemente perché non potrebbe fare a meno di farlo, perché è un bisogno fisico necessario, avere rapporti sessuali, siamo “animali” che col tempo si sono evoluti ed è inutile negare la nostre reali “sembianze”, valido per entrambi i sessi.
Adulterio: il mio pensiero.
Ciò che penso? Non bisogna avere regole, se si vuole essere felici, liberi, se si vuole vivere un rapporto dove non si è costretti a scegliere tra l’amore ed un bisogno fisico.
Il mio professore, anni fa, riferendosi alla classe, ci disse: “Il tradimento, l’adulterio, è una condizione naturale. Prima o poi si tradisce, come si vien traditi”, ed aveva ragione, perché oramai si contano più le relazioni in cui si attua il tradimento, dietro ad una menzogna, che quelle in cui non si attua. Non è affatto facile, perché abbiamo passato anni ed anni basandoci sul movimento della società, ma perché non riesco a togliermi dalla mente che se solo si lasciasse andare la gelosia, i livelli di possessione, a volte a dir poco eccessivi, l’infelicità a ridosso di una falsa felicità, si potrebbe vivere decisamente meglio?
Il tradimento è qualcosa che va ben oltre il bisogno fisico della persona, a volte si tratta anche di un bisogno mentale, che cresce a causa delle nostre restrizioni.
Attenzione, non voglio imporre un mio pensiero, il mondo è bello quando lo si riesce a vedere da diverse prospettive, perché esistono miliardi di esemplari diversi di animale, diverse culture, religioni, diversi pensieri o diversi ideali, ma mi piacerebbe sicuramente offrire un altro modo di vedere, il mio, ed una possibile soluzione da valutare, se si è infelici all’interno di una coppia di fatto o se si è infelici anche solo con se stessi, perché non bisogna sempre cestinare tutto, come siamo abituati a fare sul computer, o seguire un copione di massa; perché è proprio nel momento in cui vorremmo chiudere, in cui vorremmo il passato lontano da noi, in cui vorremmo mollare, che bisogna ampliare le proprie vedute, rivoluzionare i propri pensieri, per crescere e per aprirsi agli altri, ma ancor di più a noi stessi.
In fondo, non fa poi così tanta paura una vita felicemente libera, ma diversa, in coppia, perché si è insieme, e quando si è insieme, quando l’importanza di quel nucleo diventa superiore al resto del mondo, non si ha più il timore di niente.
L’importante è che tu sappia tornare sempre a “casa”.
Conclusioni.
Vi lascio con le parole di Peter Von Matt:
“Tradire non significa andare a letto con qualcuno fuori dalle mura domestiche e
neppure andarsene e abbandonare il coniuge; significa bloccare effettivamente la
naturale capacità di cambiamento e crescita del partner, impedire silenziosamente che
la persona con cui si vive di tanto in tanto diventi diversa”.
Per arrivare direttamente alla storia, cliccate qui: https://www.giadacarrotbadari.it/un-amore-libero-capitolo-1/