“La madre di Eva” ci insegna cose e ci porta alla consapevolezza di altre. Leggetelo.
La trama: La madre di Eva
“La madre di Eva”, edito dalla Neo. Edizioni, scritto da Silvia Ferreri, viene narrato dalla madre di questa ragazza, Eva, che si trova in un corridoio di ospedale, ad attendere. E mentre aspetta, ricorda tutte le lotte interne, le battaglie, i pianti, le incomprensioni e poi la resa, l’arrivo di una comprensione nuova, mai abbracciata prima.
Perché in questa battaglia su quel letto della sala operatoria, c’è proprio Eva che si sente e vuole diventare a tutti gli effetti Alessandro.
E la madre a sedere in quel corridoio, freddo e distante da casa, ha fatto una promessa a Eva e la manterrà, a qualsiasi costo.
La recensione: La madre di Eva
“La madre di Eva” è un libro coraggioso, che lascia al lettore la forza, anche, di buttarsi in imprese altrettanto audaci.
Io sono letteralmente innamorata di questi libri, perché li vedo come mani tese ad aiutare, per qualsiasi battaglia si stia combattendo all’interno di essi.
Sono lì e si aspettano solo di essere presi tra le mani, di essere letti, compresi, amati, cullati.
“La madre di Eva” è decisamente uno di questi.
Ho apprezzato lo stile, non troppo strutturato, ma deciso e efficace.
“La madre di Eva” ha una narrazione riflessiva, quindi ci si aspetterebbe la pesantezza di una mente continuamente pensante, e invece non lo è affatto: è un romanzo determinato, efficace, chiaro, ma al tempo stesso fluido, senza sentire troppo le interruzioni di tempo tra il passato e il presente.
Il punto di vista della madre riesce a mostrare caratteri incisi dalla società un po’ nascosti che, per quanto ci possiamo impegnare ad abbattere, si fa fatica, son ben radicati.
E a questo vorrei dare un maggiore pensiero: in questo periodo sociale, le cose stanno ufficialmente cambiando, e direi finalmente, ma smorzare quelli che per anni sono stati gli insegnamenti dati dai genitori o le cose viste camminare nella società è molto complesso.
Io mi ritrovo a fare i conti – nonostante pro LGBTQIA+, nonostante pro molte cose – mi ritrovo, appunto, ad avere un modo di parlare, di agire, a volte, che va contro ciò che sostengo e che penso, a cui non ho mai fatto caso, fino a questo momento.
Quindi non capisco la mancanza di comprensione, ma capisco in che limbo e che difficoltà possa aver affrontato la madre di Eva, perché per quanto ci si impegni, il nostro cervello, la nostra parlata, il nostro tutto è formato. Male, ma è formato.
Cosa possiamo fare? Mi viene in mente un pezzo letto all’interno del libro molto bello, che potrebbe racchiudere cosa potremmo fare: “Anch’io dovrò reimparare. Pure io dovrò cambiare e cucirmi addosso una nuova maternità. Se tu rinasci, allora lo faccio anch’io.”
Ecco cosa potremmo fare per abbracciare tutti, nello stesso modo e con le stesse articolazioni: “Reimparare”.
Quindi sono qua per dire che mi è piaciuto in particolar modo leggere “La madre di Eva” dal punto di vista di una persona forgiata dalla società, perché ora so che si può sempre, in qualsiasi occasione, reimparare.
Conclusione
Reimparate.