I libri, talvolta, non sono solo libri, ma veri e propri progetti che aiutano le persone: “Break the Silence” è uno di questi e se volete aiutare chi subisce violenza, create informazione ed ergete muri: ci si può battere.
Raccolta di racconti: Break the Silence
“Break the Silence” è una raccolta di racconti scritto a quattro mani da Mariachiara Cataldo, Giulia Chinigò, Francesca Valentina Penotti e Francesca Sapey, di 135 pagine, edito dalla Golem Edizioni, sulle violenze e le molestie che le donne, ma non solo, devono subire ogni giorno, a qualunque ora, in qualunque posto e non ha importanza come siano vestite, che atteggiamento abbiano o che siano da sole o in compagnia, perché può succedere ed è molto più facile di quello che si possa anche solo immaginare.
“Break the silence” in realtà è molto più che una raccolta di racconti: è un progetto, nato nel 2020, per aiutare e sostenere centinaia di donne che hanno bisogno di sentirsi riparate e confortate da un braccio sulla spalla e un silenzio carico di comprensione (se volete saperne di più o vi serve un aiuto, c’è sia la pagina Instagram @breakthesilence_ita, che la pagina Facebook Break The Silence ITA).
Linguaggio semplice e chiaro: sono state scritte, le storie, così come sono state testimoniate da ragazzi e ragazze.
Grafica eccezionale: ho amato i disegni e soprattutto l’immagine di copertina, fatti da Tommaso Sgrizzi.
Esplicativi e molto interessanti i pezzi correlati a ogni capitolo.
Le autrici
Mariachiara Cataldo, Giulia Chinigò, Francesca Valentina Penotti e Francesca Sapey sono quattro ragazze (classe 1997) che han deciso di combattere e sensibilizzare sulla violenza di genere, esistente e vorace, seppur silenziosa, e lo hanno fatto con “Break the Silence“.
Questo progetto è nato dalla consapevolezza e dalla stanchezza di subire e basta, ma soprattutto dalla voglia di aiutare le persone che, come loro, avevano tollerato fin troppo, questo genere di comportamenti.
Le autrici sono quattro ragazze con le idee ben chiare: oltre che portare le testimonianze raccolte in un libro, come potete vedere da questa recensione, vorrebbero anche portare questo tema di sensibilizzazione nelle scuole e dar voce a chi è stata tolta.
I personaggi
I personaggi di “Break the Silence“, stavolta, non sono solo le donne, ma tutte le persone che han subito violenza e abusi e seppur le statistiche parlino chiaro (le donne sono in netta maggioranza) qua si tratta di violenza di genere, violenza alla persona, violenza che spara nell’anima.
Quindi i personaggi di “Break the Silence” siete voi che leggete, se avete subito violenza; sono le persone che lo hanno scritto, se han subito violenza; sono chi ha paura di subirla, una violenza.
La cosa che va sempre ricordata è che non si è soli, e questo è un buon modo per ricordarlo.
Break the Silence: la mia opinione
Quello che è successo in Afghanistan deve essere un esempio per tutti noi, che le donne non sono ancora libere, nel 2021: ora saranno costrette a violenze continue, a non avere più una voce, a sottostare al volere dei talebani, a non essere più persone, ma corpi.
La paura di essere donna è anche questo: aver paura di non riuscire a respirare, ad essere, a vedere coi propri occhi (se volete leggere una recensione di un libro che mostri come, da donna, volersi bene, cliccate qui!).
Le donne sono ancora estremamente schiacciate e sottomesse, e nonostante la grande differenza che c’era negli anni ‘50, che veniva fatto tutto alla luce del sole, le donne sono rimaste ancora invisibilmente in pericolo.
Ci tengo a ribadire, però, che la violenza non è mai solo femminile e il libro “Break the Silence” ne è la prova: infatti non vengono raccolte solo testimonianze femminili, ma anche maschili, seppur in minoranza, e questo dovrebbe essere sensibilizzato, forse, quanto quelle femminili, perché c’è una enorme discriminazione nei confronti della violenza maschile, che viene derisa e resa ingiustamente falsa per i più.
Come, d’altronde, viene derisa una donna quando afferma di essere stata violentata e con la risposta su come era vestita, viene scoperta la frase che, per eccellenza, è carica di disprezzo: “Allora vedi, te la sei cercata alla fine”: no, non ce le cerchiamo, semplicemente vorremmo avere la libertà di essere e girare come meglio crediamo, senza freni, senza limiti imposti da altre persone, senza paure.
Le violenze non devono essere mai sintetizzate a una risata o a un’alzata d’occhi, perché ora non si tratta più solo di violenze sessuali, e in realtà non si è mai trattato solo di questo: ora abbiamo anche internet, che ci carica addosso sentenze, abusi e violenze, come il Revenge Porn, il Cyber stalking e la Sextortion.
Non riduciamo tutto al niente, rendendolo invisibile: parliamone e facciamoci un’innumerevole collana di libri.
Urliamo.
Conclusione
Informiamoci. Aiutiamoci. E poi, prendiamoci per mano.