“La traccia del pescatore” è un giallo, con una storia di fondo molto importante, che ci terrà col fiato sospeso.
Il romanzo: “La traccia del pescatore”
“La traccia del pescatore” è un romanzo giallo, scritto da Roberta Castelli, di 195 pagine, edito da Golem Edizioni e narra del coraggio di un uomo, il commissario Vanedda, che nonostante i giudizi del posto in cui è nato, perché gay e deciso a non nasconderlo, continua a vivere nella sua Lachea, amandola come se fosse la prima volta, e continua a lottare, insieme al suo fidanzato, per vincere una battaglia molto personale. Non tutto, però, va secondo i piani, tra casi da risolvere e questioni di cuore.
“La traccia del pescatore” ha una scrittura fluida e talvolta ironica, ma senza una particolare personalità evidenziata.
L’autrice: Roberta Castelli
Roberta Castelli è nata in Sicilia, nel 1978, e oggi vive a Torino.
Nel 2019, dopo la carriera da blogger, oltre a ricevere una menzione speciale e una pubblicazione, la “Macchia rossa”, esordio del commissario Vanedda, viene pubblicato all’interno dell’antologia noir “Il tallone di Achille” (Golem Edizioni).
“La traccia del pescatore” è il suo primo romanzo.
I personaggi
Il protagonista de “La traccia del pescatore” è il commissario Vanedda, duro con gli altri almeno quanto la società è stata dura con lui e il suo compagno, Gerlando, alla quale Lachea sta decisamente più stretta, ma per amore farebbe questo e altro.
Vaccaro, l’ispettore e la spalla sinistra di Vanedda, viene raffigurato come un personaggio impacciato e insicuro, ma così buono che cerca sempre di prendere le difese del più debole.
I vari indagati, tra sudori freddi e fughe improvvise, si destreggiano in una Sicilia che, credo, sia uno dei personaggi principali, insieme a Vanedda: forte e determinata, una bellezza antica.
La traccia del pescatore: la mia opinione
Ammetto di aver scommesso su chi potesse essere l’assassino, nel corso della lettura de “La traccia del pescatore”, e di aver cominciato a fare qualche deduzione (che poi io non ci prendo mai, solitamente).
In tutta la mia vita “La traccia del pescatore” è in assoluto il secondo giallo che ho mai letto, quindi affacciarsi a un nuovo genere è sempre un po’ complicato: ciò che mi ha aiutata tantissimo, infatti, è stata la storia in sottofondo, che trattava il tema dell’omosessualità in una terra ancora troppo ancorata alle radici e alle tradizioni, a prendermi.
In un’epoca ancora con forte confusione e forte ignoranza, un tema simile, in un libro che verrà diffuso, aiuta sempre, in qualunque modo venga messo giù, perché purtroppo, nel 2021 esiste ancora l’omofobia, una morbosa piattola in continua evoluzione, con una variante sempre diversa, ma vi svelo un segreto: esiste il vaccino, stavolta, e siamo noi, con le nostre lotte e il nostro coraggio.
Conclusione
“La traccia del pescatore” è un giallo su cui ho scommesso.
Se ho vinto?
Leggetelo e poi ve lo dirò.